A poco più di un’ora da Roma, nel cuore della valle del Turano, si trova uno dei borghi più affascinanti e silenziosi del Lazio: Castel di Tora. Un nome che suona antico e misterioso, quasi come un incantesimo, e che racconta la sua doppia natura: quella di borgo medievale arroccato e quella di paese d’acqua, adagiato sulle sponde di un lago che ne riflette ogni pietra. Quando ci si avvicina, lungo la strada che sale tra le colline e i boschi, si ha la sensazione di entrare in una dimensione parallela, dove il rumore del mondo resta lontano e la vita scorre lenta, quasi sospesa.
Il lago del Turano, che accoglie Castel di Tora come in un abbraccio, è in realtà di origine artificiale: fu costruito negli anni Trenta, ma oggi sembra esistere da sempre. L’acqua placida, i riflessi argentei, le montagne che la circondano lo rendono un piccolo paradiso naturale. Il borgo, abbarbicato su uno sperone di roccia che si tuffa nel lago, appare come un presepe: case in pietra che si arrampicano l’una sull’altra, vicoli stretti, scalinate ripide e scorci che cambiano a ogni passo.
Arrivare qui è un viaggio nella bellezza essenziale. Si lascia la macchina ai piedi del borgo e si prosegue a piedi, tra salite e curve che conducono verso il cuore del paese. Ogni angolo è una sorpresa: un portale in legno antico, un arco in tufo, un balcone fiorito che si affaccia sul blu del lago. L’atmosfera è intima e autentica, come se il tempo avesse deciso di fermarsi per proteggere questo piccolo tesoro.
Passeggiare per Castel di Tora significa abbandonare la logica del tempo moderno. Qui le giornate non sono scandite dagli orari ma dalla luce. Al mattino, il sole illumina i tetti e le pietre prendono un colore caldo, quasi dorato. A mezzogiorno, la luce è tagliente e il lago brilla come uno specchio. Al tramonto, invece, tutto si tinge di arancio e viola, e il silenzio diventa un compagno di viaggio. È il momento in cui il borgo si trasforma in un quadro, un riflesso perfetto tra cielo e acqua.
La piazza principale è il punto d’incontro, dominata dalla chiesa di San Giovanni Evangelista. Dalla terrazza si gode una delle viste più incredibili del Lazio: il lago sotto, la diga in lontananza e, di fronte, l’isola di Antuni, che si può raggiungere con una breve escursione. Antuni è un borgo fantasma, abbandonato negli anni Cinquanta dopo un terremoto, e oggi visitabile grazie a un progetto di recupero. Camminare tra le sue rovine, con la vista del lago ai piedi, è un’esperienza che mescola storia, malinconia e stupore.
Ma il cuore di Castel di Tora non è solo la vista. È la gente. Gli abitanti sono pochi, ma accoglienti, e ti fanno sentire subito parte di un luogo che difendono con orgoglio. Nei bar, nelle piccole trattorie, nelle botteghe si parla ancora con calma, si sorride, si racconta. In estate, durante le feste di paese, il borgo si riempie di vita: le luci si accendono sulle mura, la musica risuona nelle piazze e l’odore del pesce fritto e delle ciambelle al vino invade l’aria.
Tra gli eventi più amati c’è la Sagra degli Strigliozzi, una celebrazione della pasta fatta a mano secondo la tradizione locale. I tavoli si allineano lungo la piazza, le famiglie si mescolano ai visitatori, e il borgo intero diventa una grande cucina a cielo aperto. È in questi momenti che si percepisce la vera anima del paese: quella di una comunità che, pur piccola, custodisce il proprio patrimonio con una dignità profonda.
Per chi cerca relax, Castel di Tora offre molto più di una cartolina. Il lago è balneabile e in estate è possibile noleggiare canoe, pedalò o piccole barche per esplorare le sue acque. Ci sono anche spiaggette dove stendersi al sole, pontili per pescare e punti panoramici perfetti per fare fotografie. Le acque del Turano, di un colore che varia dal verde smeraldo all’azzurro, riflettono il profilo del borgo come in un sogno.
Chi invece ama camminare troverà qui una vera oasi: i sentieri che partono dal paese si arrampicano verso i monti del Navegna e del Cervia, offrendo viste mozzafiato. Alcuni percorsi portano fino alle creste, da cui si domina tutta la valle, altri scendono fino ai boschi lungo il fiume. Ogni passo è un’immersione nella natura, tra il fruscio delle foglie e il profumo della terra.
Nonostante la sua bellezza, Castel di Tora non è un borgo “turistico” nel senso convenzionale. È rimasto autentico, con i suoi ritmi, le sue rughe, la sua essenza vera. Le case sono ancora abitate, le donne chiacchierano sedute sulle soglie, i bambini giocano per strada. Non è raro vedere un anziano affacciato alla finestra che saluta chi passa, o un contadino che rientra dal campo con le mani sporche di terra. Tutto questo contribuisce a renderlo un luogo vivo, non un museo all’aperto.
Anche la cucina qui racconta la storia del territorio. I piatti più amati sono semplici, ma intensi: la trota del lago, cucinata al forno o in padella, la zuppa di legumi, le bruschette con olio e aglio, e naturalmente gli strigliozzi, serviti con sughi robusti. Nei piccoli ristoranti affacciati sull’acqua, il pranzo si trasforma in un’esperienza sensoriale completa: il gusto, il profumo e la vista si fondono in un’unica emozione.
Chi decide di fermarsi la notte scopre un’altra dimensione del borgo. Quando cala il buio, Castel di Tora si illumina come un presepe. Le luci si riflettono sul lago, creando un doppio paesaggio, uno reale e uno immaginario. L’unico suono è quello del vento e, a volte, del campanile che scandisce le ore. È in quel momento che il paese rivela la sua vera magia: la capacità di far sentire chiunque a casa, anche solo per un giorno.
In inverno, con la nebbia che si alza dal lago e avvolge tutto, il borgo assume un fascino malinconico e struggente. Le stradine diventano silenziose, il fumo dei camini disegna scie leggere nel cielo, e l’acqua sembra dormire. È una stagione meno frequentata dai turisti, ma perfetta per chi cerca quiete e introspezione.
Castel di Tora è uno di quei luoghi che non si dimenticano. Forse perché non è costruito per stupire, ma per restare. È un borgo che ti entra dentro lentamente, come un profumo d’infanzia o una melodia antica. Non è solo bello: è vero. Ed è proprio questa verità che lo rende unico.
Chi torna a casa dopo averlo visitato porta con sé una sensazione precisa, difficile da spiegare ma impossibile da dimenticare: quella di aver camminato in un luogo che ha un’anima, e di averla sfiorata, anche solo per un momento. Castel di Tora è questo: uno specchio d’acqua e di tempo, dove ogni riflesso è un frammento di eternità.